Zona aperta alla Palude di San Martino a Vezia Andrea Persico
Ticino

Palude di San Martino

La Palude di San Martino a Vezia riveste un'importanza nazionale sia come palude bassa che sito di riproduzione di anfibi. È uno degli ultimi nove siti in cui è presente il tritone punteggiato meridionale, considerato dalla Lista Rossa come particolarmente minacciato. Presenti pure altri due anfibi elencati dalla Lista Rossa: il tritone crestato e la rana dalmatina.

All'inizio degli Anni Novanta la palude era stata salvata da un'edificazione, grazie all'impegno congiunto di diversi cittadini, del Museo cantonale di storia naturale e di Pro Natura.

Le prime indagini scientifiche risalgono agli anni Settanta da parte del Museo di storia naturale di Berna che hanno permesso di inserire nel 1976 il sito nell’Inventario delle paludi di importanza nazionale e in quello di protezione degli anfibi.

Nel 1980 l'allora Dipartimento dell'ambiente ha istituito una zona di pianificazione che è stata assunta dalla Comunità di Vezia con l'adozione del nuovo Piano Regolatore del 1987. Le difficoltà di conciliare alcune utilizzazioni a scopo residenziale previste dal Piano Regolatore hanno indotto il Municipio ad istituire nel 1991 una zona di pianificazione atta alla ricerca di soluzioni per tutelare il biotopo. I risultati delle indagini hanno permesso al Municipio di sottoporre al Dipartimento del territorio un documento per l'esame preliminare (maggio 1995).

Il Dipartimento ha scelto l'opzione di un Piano Regolatore cantonale di protezione quale strumento confacente all'adempimento dei disposti legislativi. Il Piano Regolatore cantonale è entrato in vigore nel novembre 1995 ed è parte integrante di quello comunale.

Nel 2006 Pro Natura ha ricevuto in dono una piccola parcella di palude e da allora collabora con gli enti cantonali e comunali per la protezione della palude.